Aprile 29, 2024

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Italia: arriva al culmine la polemica sulla violenza della polizia – Politica

Italia: arriva al culmine la polemica sulla violenza della polizia – Politica

I politici e l'opinione pubblica in Italia sono sempre più allarmati dalla crescente violenza nelle manifestazioni nelle strade del Paese. Il dibattito è iniziato con manifestazioni filo-palestinesi non autorizzate a Pisa e Firenze. Particolare attenzione hanno avuto gli avvenimenti della città universitaria di Pisa. Secondo le testimonianze oculari e le riprese video, la polizia ha picchiato i manifestanti, molti dei quali erano minorenni, ferendone una dozzina e alcuni necessitando di cure ospedaliere. L'operato della polizia fu ampiamente criticato, anche il sindaco di destra di Pisa venne colpito; La polizia ha promesso di fare chiarezza.

Il Presidente ci ricorda che il male non può esercitare il potere

La Chiesa cattolica ha condannato la violenza della polizia contro i giovani. Un comunicato del Consiglio episcopale dell'arcidiocesi di Pisa afferma che la violenza non può mai essere giustificata. Tutte le autorità interessate devono garantire un conflitto democratico pacifico e proteggere la sicurezza dei giovani.

Ha fatto scalpore soprattutto il presidente Sergio Mattarella. Ha parlato con insolita chiarezza del “segno di fallimento” del governo. Il Capo dello Stato ha avvertito la polizia di ricordare che il “potere” non si esercita con i manganelli. Il loro compito è proteggere l’ordine pubblico e la libertà di espressione. Il premier Giorgia Meloni inizialmente è rimasto in silenzio, ma il suo vice Matteo Salvini si è subito schierato incondizionatamente con le forze dell’ordine: meritano tutta la protezione e il sostegno.

Da allora nel Paese sono aumentate le proteste e le manifestazioni contro la violenza della polizia e del governo di destra; Allarmato dall'opposizione di sinistra e liberale, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha chiesto le sue dimissioni. custodia Il partito Fratelli d'Italia di Meloni ha accusato la sinistra in un comunicato di sostenere la violenza e quindi di essere in parte responsabile delle rivolte.

Gli agenti di polizia hanno bisogno di protezione durante le rivolte di Torino

Mercoledì a Torino è scoppiato uno scontro di diverso tipo tra manifestanti e polizia. Secondo i media, circa 50 persone hanno cercato di liberare un marocchino della scena autonoma che avrebbe scandito slogan sulle pareti del tunnel. Alcuni partecipanti hanno attaccato l'auto della polizia che trasportava l'uomo al centro di rimpatrio, e poi gli agenti si sono ritirati con lui in una stazione di polizia. Sono scoppiati anche dei disordini, secondo quanto riferito la polizia ha subito atti vandalici e un agente di polizia è rimasto ferito.

Mattarella è intervenuto nuovamente, chiamando il questore e poi il ministro dell'Interno per informarsi sull'accaduto. Questa volta il presidente ha espresso la sua solidarietà agli agenti di pattuglia aggrediti a Torino. Piantedosi, ministro dell'Interno apartitico, ha parlato del “clima di odio e di sfiducia che si respira in questi giorni tra le forze dell'ordine e la polizia”.

Italia: L'opposizione chiede le sue dimissioni, lui difende la polizia: giovedì il ministro dell'Interno Matteo Piantossi alla Camera dei Deputati a Roma.

L'opposizione chiede le sue dimissioni, lui difende la polizia: giovedì il ministro dell'Interno Matteo Piandosi alla Camera dei Deputati a Roma.

(Foto: Roberto Monaldo/La Presse/AP)

In serata lo stesso capo del governo ha parlato per la prima volta in televisione. Ha fatto specifico riferimento ai fatti di Torino e ha messo in guardia contro il pericolo di perdere la fiducia nei garanti della sicurezza. “È un gioco pericoloso”, ha detto Maloney. Le sue parole sono state viste come critiche nei confronti del presidente, che non ha menzionato per nome. La questione è arrivata giovedì al Parlamento italiano, dove ci sono stati accesi scambi tra gli schieramenti politici.

Gli artisti chiedono l'esclusione di Israele dalla Biennale d'Arte di Venezia

Il conflitto in Medio Oriente fa da sfondo a molte manifestazioni. In particolare, giovani, gruppi di sinistra e sindacati hanno protestato contro le azioni di Israele nella Striscia di Gaza. Il dibattito si svolge anche in ambito culturale. Attualmente si sta formando un movimento contro la partecipazione di Israele alla Biennale, una mostra d'arte internazionale a Venezia che inizia il 20 aprile. La “Art Not Genocide Coalition” afferma di aver raccolto finora circa 15.000 firme online di operatori culturali di tutto il mondo per bloccare il previsto padiglione israeliano.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha definito la richiesta “inaccettabile e vergognosa”. La Biennale è un luogo di libertà, di incontro e di dialogo, ma non di “censura e intolleranza”. Un mese fa al Festival Schlager di Sanremo era già scoppiato uno scandalo per la comparsa del noto rapper Khali, che invocava la “fine del genocidio” nella Striscia di Gaza; Ciò è stato pesantemente criticato dai responsabili dell'emittente pubblica Rai.