Il Peregrine Mission One, un lander lanciato da Cape Canaveral in Florida, dovrebbe essere il primo lander finanziato privatamente ad atterrare sulla Luna. Prima del lancio, c'era entusiasmo per le parti della missione che avrebbero portato resti umani sulla superficie lunare. La Navajo Nation, la più grande rappresentanza dei nativi americani negli Stati Uniti, ha criticato l'ordine. Venerdì scorso si è discusso di questo argomento alla Casa Bianca. Ma non hanno ritardato né impedito il lancio del nuovo razzo Vulcan. Il governo degli Stati Uniti non sta portando avanti la missione, ma è semplicemente il cliente, la NASA.
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“Profanare” un corpo celeste sacro?
Come il capo della nazione Navajo Prima dell'incontro alla Casa BiancaLe critiche rivolte ad alcune parti della missione riguardano il trattamento della luna come corpo celeste sacro non solo ai Navajo, ma anche a molte culture indigene. Portare lì ceneri umane violerebbe gli accordi con la tribù dei Navajo. Nel 1998, un rappresentante della riserva indiana criticò la missione Lunar Prospector perché aveva portato sulla Luna anche le ceneri dell'astronomo Eugene Shoemaker. Il governo degli Stati Uniti ha poi promesso di consultarsi con la nazione Navajo su progetti simili futuri. Ma ciò non accade ora.
Nell'ambito della missione Peregrine One, ora ci sono due parti della missione con resti umani. Al memoriale del volo spaziale della Celestis Voyager I resti umani, compresi quelli degli attori e dei creatori della serie di fantascienza Star Trek, vengono trasportati nello spazio. Con Elysium Lunar 1 i resti vengono trasportati sulla Luna ed è proprio questo che viene criticato. La NASA ha giustificato l'esclusione della nazione Navajo dicendo che queste non sono missioni della NASA. contro Ars Technica I responsabili della missione organizzata privatamente hanno contraddetto le critiche dei Navajo secondo cui l'azione era tutt'altro che sacrilega.
Dopo il lancio, il lander Peregrine è ora in viaggio verso la Luna. Dovrebbe portare lì diversi carichi utili. La società statunitense che lo ha creato, Astrobotic, afferma di aprire le porte alla fase successiva della scienza, dell’esplorazione e del commercio sulla Luna e oltre. Seguiranno decine di altre missioni, oltre a quelle pianificate e annunciate dalla Cina e dall'India. Nella ricerca si teme già che si possa verificare una vera e propria “corsa alla luna” e che i luoghi di valore scientifico finiranno sotto il radar.
(mah)
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