
L’8 gennaio 1642 moriva ad Arcetri (Firenze) Galileo Galilei (1564-1642), fisico, astronomo, filosofo e matematico italiano, considerato il padre della scienza moderna e del moderno metodo sperimentale.
Iscrittosi a Medicina allo Studio di Pisa (università), interruppe gli studi e tornò a Firenze dai genitori, ma successivamente si iscrisse a Matematica e più tardi divenne docente di Matematica all’università di Pisa. Nel 1592, fu chiamato ad insegnare matematica all’università di Padova, dove scoprì la forma parabolica dei proiettili e perfezionò il telescopio.
Grazie a tale strumento avviò una stagione di grandi scoperte astronomiche: l’esistenza di rilievi lunari, la natura stellare della Via Lattea, i satelliti di Giove, le fasi di Venere e delle macchie solari.
Richiamato a Firenze da Cosimo II dei Medici, Granduca di Toscana, come “matematico e filosofo”, entrò a far parte dell’Accademia dei Lincei.
Il sostegno alla teoria copernicana, che il “Sole fosse al centro del Mondo e immobile mentre la Terra si muoveva intorno ad esso”, fu duramente contrastata dalla Chiesa e chiamato dal Cardinale Roberto Bellarmino (che aveva processato Giordano Bruno) gli fu intimato di non professare tale opinione né inserirla o difenderla a voce o con gli scritti, altrimenti contro di lui si sarebbe proceduto nel Sant’Uffizio.
Cosa che avvenne dopo la pubblicazione del libro “Il Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”, e gli costò la denuncia e il processo da parte del Sant’Uffizio, in seguito al quale fu condannato e costretto all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al carcere, con la proibizione del “Dialogo“.
La condanna al carcere fu commutata da Papa Urbano VIII, prima agli arresti domiciliari a Trinità dei Monti a Roma, poi a Siena e infine gli fu permesso di rientrare nella sua casa natale ad Arcetri dove, ormai cieco e malato, morì nel 1642, all’età di 74 anni.
359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, Papa Giovanni Paolo II, lo riabilitò.
di Vito Di Ventura