L’incontro tra il Premier inglese Theresa May e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra sottolineare sopratutto il rafforzamento dei legami “speciali” che da sempre legano Gran Bretagna e Stati Uniti.
L’incontro tra la May, sostenitrice dell’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea, la Brexit, e Donald Trump, che palude all’iniziativa, viene letto come un indicatore positivo per le relazioni future tra i due Paesi, uniti contro la globalizzazione, la lotta all’immigrazione clandestina e la crescita economica.
Un messaggio diretto agli scettici, “Remain” britannici, per dire loro: “non preoccupatevi, non rimarrete isolati perché gli Stati Uniti ci sosterranno”, rinverdendo l’unione stretta che ci fu ai tempi di Reagan e la Thatcher.
Entrambi i leader, in pratica, vogliono rassicurare il proprio elettorato, attraverso il messaggio che i mercati esteri continueranno ad esserci grazie alla più stretta collaborazione tra i due Paesi.
Ma, mentre la May vuole rassicurare i britannici che la Brexit non provocherà danni economici, Trump potrebbe essere interessato sopratutto ad assicurarsi un alleato certo in temi di politica estera, soprattutto se i rapporti con la Russia dovessero evolvere in una più stretta collaborazione. Alleanza che potrebbe non piacere ai britannici, deludendo le loro aspettative di essere “unici” privilegiati.
di Vito DiVentura