Ieri a Davos, Svizzera, si è aperta la 47esima sessione del 47°, che quest’anno ha come tema “Leadership Responsabile e Propositiva”, e si pone lo scopo di definire l’agenda industriale a livello regionale e globale per uscire dall’attuale crisi economica e sociale.
In altre parole, il forum, di cooperazione tra Pubblico e Privato, si pone l’obiettivo di rinnovare i sistemi che in passato hanno sostenuto la cooperazione internazionale adattandoli alla complessa situazione odierna di un mondo multipolare, in modo da generare la crescita sociale.
E proprio alla crisi sociale, che ha portato ai risultati politici in America (elezioni di Trump) e in Europa (vedi Brexit e avanzata dei partiti populistici), si è rivolta Christine Legarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, che nel suo discorso ha esortato i leader politici a ripensare profondamente le scelte politiche economiche e monetarie, di fronte alla chiara risposta di protesta e delusione della classe media. “Ci vuole una maggiore redistribuzione dei redditi”.
Problema annoso, quella della equa ridistribuzione dei redditi, che puntualmente entra nelle agende dei vari consessi internazionali, ma che a tutt’oggi non ha visto soluzioni globali, anzi si può ben dire che non sono state risolte alcune delle priorità mondiali quale la fame e la povertà.
Le tematiche che verranno trattate sono oltre 300 e spazieranno dalla crescita economica e sociale all’energia, dall’ambiente alle risorse naturali, dall’alimentazione e agricoltura alla salute e sanità e persino sulle mobilità e produzione futura.
“Leadership responsabile significa riconoscere le aumentate frustrazioni e malcontenti tra coloro che ancora non hanno raggiunto lo sviluppo economico e il progresso sociale. La loro situazione sarà ancora più incerta con l’introduzione della Rivoluzione Industriale 4.0 e il suo impatto sui futuri posti di lavoro. Leadership Responsabile richiede un profondo impegno verso lo sviluppo inclusivo e la giusta crescita, sia a livello nazionale sia globale”, così si è espresso nel suo discorso d’apertura il fondatore e presidente del WEF Klaus Schwab.
Fondato nel 1971 come European Management Forum, nel 1987 il forum ha cambiato denominazione ed è diventato il World Economic Forum, estendendo lo sguardo dall’Europa al mondo intero.
Al Forum sono presenti oltre 2.500 participanti provenienti da più di 100 paesi e si concluderà il prossimo Venerdì 20 gennaio.
di Vito Di Ventura